| Storia del "Collegio Di Maria La Purità" | |
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		 La nostra storia affonda le sue radici nella prima metà del 1700. Il Monastero della S. Famiglia viene inaugurato a Sezze (LT) nel 1717 e in breve tempo si trova a capo di una fitta rete di collegi e conservatori, i nostri "Collegi di Maria", che adottano le stesse regole del Corradini e che si diffondono soprattutto in Sicilia. È qui, infatti, che la Congregazione corradiniana, per la mediazione e l'interessamento di tanti sacerdoti e dei presuli isolani, trasmigra con successo a motivo della finalità propriamente educativa del suo progetto.  | 
	
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		Lo stesso Corradini gode di vedere che la sua opera si propaga velocemente e la segue con particolare attenzione. Così continuiamo a crescere per tutto il Settecento e per buona parte dell'Ottocento. | 
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		 Nel 1935 si avvia un movimento di riforma dei nostri collegi che si conclude nel 1965, a trent'anni di distanza, con l'unione dei Collegi di Maria. Da allora, abbiamo portato l'ideale del carisma educativo corradiniano nel mondo ed ora siamo presenti, oltre che in Italia, anche in Tanzania (1980), Inghilterra (1982), Polonia (1990), Messico (1996), Albania (1999), Kenya (2001), Romania (2002).  | 
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		 È stata la prima delle realtà di servizio che per secoli ci ha portato in mezzo alla gente, con una attenzione privilegiata ai più poveri tra i poveri e con la finalità di offrire loro gli strumenti per divenire protagonisti del proprio futuro. Fare scuola, insegnare a leggere e a scrivere, "tenere in educazione" ha costituito, fin dall'inizio della nostra fondazione, il cuore stesso della nostra vocazione e della nostra missione. Lo stile che ci caratterizza è comunitario e familiare, permeato di libertà e di accoglienza. La quasi totalità dei nostri Collegi, in Sicilia e all'estero, sono dunque tradizionalmente impegnati nella pastorale scolastica. Se ti interessa, ecco un panorama delle nostre scuole: | 
	
| Storia del fondatore "Cardinale Pietro Marcellino Corradini" | |
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		  Pietro Marcellino Corradini nacque a Sezze, 
		il 2 giugno 1658, da Torquato e Porzia Ciammarucone, ed ebbe come 
		madrina al fonte battesimale la venerabile Caterina Savelli (1628-1691). 
		Nella prima adolescenza fu inviato a Roma a proseguire i suoi studi, 
		mostrando notevoli attitudini in campo archeologico-giuridico, come 
		provarono subito le sue prime pubblicazioni, apparse quando egli era 
		poco più che ventenne. In età matura, nel 1704-1705, i suoi studi in 
		campo archeologico videro una degna sintesi nella monumentale opera 
		Vetus Latium prophanum et sacrum, ancora oggi miniera di informazioni 
		per esperti ed eruditi. I suoi studi giuridici, invece, lo posero 
		all’attenzione del mondo curiale, tanto che ricevette cariche sempre più 
		notevoli, come quando Innocenzo XIII, nel 1699, non ancora sacerdote, lo 
		nominò sottodatario e poi canonico della basilica romana di S. Giovanni 
		in Laterano.  Sebbene facesse parte dei chierici, avendo 
		ricevuto da tempo la «tonsura», egli, tuttavia, solo in età matura fu 
		avviato agli ordini sacri, fino all’ordinazione presbiterale, che 
		ricevette il 10 giugno del 1702, a 44 anni, nella basilica di S. 
		Giovanni in Laterano, per l’imposizione delle mani di mons. Domenico 
		Zaoli, vescovo di Veroli e vicegerente di Roma. Da quel momento 
		aumentarono vorticosamente gli incarichi di responsabilità, sempre più 
		grandi, ai quali il Corradini venne chiamato: eletto arcivescovo di 
		Atene “in partibus infidelum” nel 1707, nel 1712 venne creato cardinale 
		del titolo di S. Giovanni a Porta Latina, per poi passare al titolo di 
		S. Maria in Trastevere; nel 1718 divenne prefetto della sacra 
		Congregazione del concilio.  Il conclave che seguì alla morte di Benedetto 
		XIII, apertosi il 5 maggio del 1730, si presentò difficile sin 
		dall’inizio, dovendo subire le pesanti intromissioni e i veti posti dai 
		vari governi, e finendo per assorbire al suo interno le spaccature che 
		si erano ormai consolidate in campo politico-diplomatico. Diverse 
		candidature furono bruciate, fin quando, ai primi di giugno, si fece 
		strada il nome del Corradini, che sembrò vicinissimo all’elezione: il 
		veto posto dall’imperatore d’Austria e dal re di Spagna bloccò però 
		un’elezione che ormai era data per scontata e portò sul soglio di Pietro 
		il cardinale Corsini, che prese il nome di Clemente XII. «La gioia del 
		popolo romano all’annunzio dell’elezione avvenuta - afferma il Pastor 
		nella sua Storia dei Papi -fu poca, perché a Roma si era tutt’ora 
		sperato in Corradini, che godeva simpatie molto più grandi».  Un uomo non chiuso unicamente nell’azione 
		diplomatica ma nel quale permaneva un’inquietudine profondamente 
		religiosa, un anelito verso le anime e verso i poveri. Così appare 
		spesso il Corradini, come quando, nel redigere con grande perizia e 
		abilità il suo testamento, non dimenticò l’ospedale di S. Gallicano in 
		Roma, domandando che «vi si provveda il fuoco, e la sera un pane con 
		minestra a quelli poverelli che saranno ricevuti nella grande stanza 
		dell’Ospedale, fatta a questo fine, di ricevere, particolarmente 
		l’inverno, quelli miserabili che non possono avere luogo nei letti 
		dell’Ospedale ripieni d’ammalati; acciò non periscano per le strade, e 
		quando l’entrata lo comporti, vogliamo che a detti poveri si dia la sera 
		oltre il pane, e minestra, anche una pietanza».  Il 9 maggio 1993 il cardinale Salvatore Pappalardo, arcivescovo di Palermo, ha aperto il processo di canonizzazione del cardinale Corradini, chiuso dal suo successore Salvatore De Giorgi. Oggi tutti gli atti sono passati in Vaticano, allo studio della Congregazione delle cause dei santi, per il prosieguo della causa. Ne è postulatore il padre Paolo Lombardo o.f.m. e si occupa della redazione della Positio super virtutibus don Massimiliano Di Pastina. Fonte: Archivio Capitolare di Sezze 
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